06/11/11

“La giustizia che cammina” di Giovanni de Filippo

“La giustizia che cammina” di Giovanni de Filippo (lulu.com)

 



   Non vorrei buttarla subito in politica, tanto meno sparare contro l'ambulanza che si sta portando via, speriamo in fretta, tutto il consiglio dei ministri. Ma dopo aver letto il saggio breve di Giovanni de Filippo, non posso esentarmi. Per cui mi tocca sparare contro l'attuale governo, campione del mondo delle riforme annunciate e mai attuate. Contro questo governo che inneggia alla separazione delle carriere dei magistrati come se fosse la risoluzione di tutti i mali della giustizia italiana. Come se al cittadino, che pretende processi in tempi ragionevoli, certezza nel recupero dei crediti e liberazione immediata di un proprio immobile locato a un inquilino moroso, interessi sapere se chi lo giudica sia stato prima un pubblico ministero o un giudice a latere.
Bah!
  Ne "La Giustizia che cammina" Giovanni de Filippo si è assunto l'onere di ricordare al governo che ben altre sono le riforme necessarie se si vuole innalzare il livello di qualità del servizio giustizia in Italia. Ben altre sono le strade da percorrere. Una tra queste: la riforma dell'ordinamento dell'ufficiale giudiziario. Ennesima riforma annunciata e mai attuata.
Chi, per sua fortuna, non frequenta tribunali, a sentir parlare di ufficiale giudiziario, sono certo, sarà colto da un attacco di orticaria: "oddio l'ufficiale giudiziario, quello che sfratta le vecchine di ottant'anni e porta via i mobili di casa ai debitori; quello che ti cita davanti al giudice e ti manda le cambiali in protesto." E non è forse un caso, se nell'ultima manifestazione di Bologna, un gruppo di "indignados" ha preso d'assalto proprio la sede degli ufficiali giudiziari: se avessero letto il saggio di Giovanni de Filippo avrebbero compreso l'ingenuità di quell'azione. Ora non voglio scomodare Pasolini, che l'aveva vista lunga nel celebre discorso dopo gli scontri di Valle Giulia, quando si schierò coi poliziotti, figli di contadini, assaltati dagli studenti, figli di papà. Ma mi tocca farlo, affinché il bersaglio delle proteste sacrosante di questi giorni scaturisca da un'analisi seria dei motivi della crisi che ci attanaglia, e non sia frutto di
 luoghi comuni.
 
    Ne "La Giustizia che cammina" Giovanni de Filippo ci illustra pertanto in maniera dettagliata i motivi che dovrebbero spingere il governo, oggi alle prese con un faticoso risanamento di bilancio, ad attuare la riforma dell'ordinamento dell'ufficiale giudiziario: una riforma a costo zero che realizzerebbe un risparmio di seicento milioni di euro per le casse dello Stato e la creazione di undici mila posti di lavoro. Una riforma che velocizzerebbe i processi, il recupero dei crediti e la riappropriazione degli immobili locati agli inquilini sbagliati. Una riforma che darebbe impulso, vigore e la fiducia necessaria all'azione giudiziaria nel nostro Paese.
  Oggi per recuperare un credito in Italia occorrono 1400 giorni, in Guatemala 1450, in Francia 75 appena. Ed è per questo che occorre volgere lo sguardo oltralpe, suggerisce de Filippo al governo, se si vuole adottare una riforma seria e completa dell'ufficiale giudiziario che, come tiene a precisare l'autore, (attuale coordinatore degli ufficiali giudiziari del tribunale di varese n.d.r.) "...non è semplicemente colui che garantisce (o meglio dovrebbe garantire) l'esecuzione forzata in caso di inadempimento spontaneo, ma è colui che muove il mondo giuridico, che porta il diritto nelle case, nelle fabbriche, nelle amministrazioni. L'ufficiale giudiziario è, perciò stesso, il diritto che cammina...E chi meglio dell'ufficiale giudiziario può essere il portavoce del diritto? Egli è abituato da sempre a parlare con le persone di ogni ceto, spesso garantendo anche un semplice supporto psicologico a tutti coloro che affrontano un dramma umano". 
Altro che sfrattare le vecchine di ottant'anni.

"La Giustizia che cammina" di Giovanni de Filippo (Lulu.com)
132 pag. - ebook (PDF) €5,99 - edizione cartacea €13,98


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