Caro
Remì,
avrei
voluto portarti con me, ma per il momento non posso. Dove vado adesso ti
troveresti ancora peggio che qui.
A
me al momento va bene perché non c’è nessun posto dove mi possano trattare
così.
Mi fa ancora male la testa dallo schiaffo di
ieri sera e io non posso continuare a pigliare mazzate da tuo padre e ordini
dal nonno. Tu stai tranquillo che prima o poi vengo a prenderti e che comunque
ci vediamo quanto prima. Fai finta che io sia andata a fare un viaggio breve e
che presto ritorno.
Sicuramente domani mattina tuo padre farà le
sceneggiate e il nonno pure, per non parlare della nonna. Tu fai finta di non
sapere nulla. Ti chiedo solo di aspettarmi che quanto prima mi farò vedere io,
e capirai.
Scusami se non te ne ho parlato prima, avrei
dovuto farlo perché sei cresciuto oramai, hai dieci anni e molte cose le
capisci prima di me.
Domani non andare alle giostre, perché anche
loro saranno andate via.
Un abbraccio forte forte forte
dalla tua
mamma Giovanna che non ti ha abbandonato.
Ti voglio bene, Remì, non
scordarlo.
da: "e i bambini osservano muti" pag. 73
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